Tutti i sogni ancora in volo by Massimo Ranieri

Tutti i sogni ancora in volo by Massimo Ranieri

autore:Massimo Ranieri [Ranieri, Massimo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2021-10-19T12:00:00+00:00


Fui convocato i primi di settembre. Arrivai a Milano che c’era il nebiùn, faceva freddo, non si vedeva niente. Ricordo che parlai al telefono con Walter: «Allora come va? Sei arrivato? Sei stato a teatro?».

«No, non ancora. Com’è il tempo a Roma?»

«C’è il sole, 28 gradi.»

«Beati voi, qui è praticamente buio, piove, fa freddo, aiuto!» Sembravo uscito da Napoletani a Milano, di Eduardo De Filippo.

Non toccava a me, ma andai comunque al Teatro Lirico, dove si tenevano le prove, a fare conoscenza con gli altri. Non volevo disturbare il Maestro, così non andai nemmeno a salutarlo, mi piazzai quattro o cinque file di poltrone dietro di lui, rintanato alle spalle della console delle luci. Rimasi fulminato. Sono dispiaciuto per tutti coloro che non hanno avuto il privilegio di assistere alle prove di Strehler, io l’ho avuto e mi reputo molto molto fortunato. Era un massacro.

Dopo una settimana di prove, feci le valigie, salii su un taxi e mi feci portare a Linate. Volevo tornarmene a casa mia. Per l’intensità con cui lavorava. L’amore suo era un amore severo, più ti maltrattava e più ti voleva bene. Ogni sessione era di una violenza, di una potenza… ti succhiava l’anima. Era o tutto o niente, o ci sei fino al midollo o sei fuori.

Arrivato a Linate, la determinazione che mi aveva portato fin lì si era un po’ incrinata. Seduto sul taxi, con la portiera aperta, cercavo di riflettere. «Se scendi non ritorni più a Milano, lo sai» mi dicevo. «Non fare il codardo, torna indietro.»

«Che fa, scende o no?» mi domandò il tassista.

Richiusi la portiera, mi feci riportare in albergo e tornai ad assistere alle prove.

L’indomani toccò a me. E io mi presentai in borghese, mentre Strehler provava già con scene, costumi e luci quasi definitivi.

Quando mi vide arrivare mi fulminò e mi spedì in sartoria. «Ti aspetta la costumista.» Luisa Spinatelli, autorità assoluta nel campo, ha lavorato in mezza Europa.

Lì scoprii che il Maestro aveva già scelto il mio costume. Lo indossai: pantaloni strappati, lisi, corti quanto basta per evocare il proletariato, camicia vecchia e consunta, scarpe da ginnastica sfondate, senza lacci, berretto da aviatore.

Mi presentai sul palco. Shen Te era interpretata dalla magnifica Andrea Jonasson, che di Strehler era la moglie. Mi sdraiai per terra, su una palanca, come da copione. Il palcoscenico era un acquitrino, c’era acqua dappertutto, tant’è che nei mesi successivi eravamo sempre raffreddati. La scena prevedeva che Andrea entrasse mentre io dormivo. Tenevo gli occhi socchiusi e la vidi: tutta elegante, con in testa una cuffia nera e gambe meravigliose, chilometriche, che spuntavano da un impermeabile rosso. Mentre lei si avvicinava, il mio stato d’ansia aumentava: «E adesso come la dico la battuta?». Il Maestro non mi aveva dato indicazioni specifiche. Qualcosa però dovevo dire, quindi feci un tentativo.

«Cosa fai?» mi incenerì lui. «È così che si dice una battuta?»

Di fronte al mio silenzio, mi spiegò: «Questa è una mignotta, una puttana che cerca di offrirsi a te, tu la vuoi ma non hai i soldi.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.